L’Autore si interroga se vi sia un’esperienza possibile di condivisione fra Psicoterapia e Teatro. L’occasione si offre grazie al caso di un giovane paziente, Fabio, seguito dal Centro di Salute Mentale e agli inizi di una brillante “performance” teatrale che lo porta in vari luoghi. È lo stesso Fabio che inizierà la psicoterapia utilizzando il gioco non verbale, per ricercare espressioni verbali nel suo vissuto. Il gioco diviene così metafora comune ad entrambi gli ambiti. Psicoterapia e Teatro divengono così Spazi allargati di lavoro simbolico ove ciò che viene agito e rappresentato nel Teatro può diventare spunto di riflessione e di ricongiunzione in Psicoterapia con nuove possibilità evolutive.