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Articoli

N. 2 (2020)

Il tempo e l’aspetto del verbo nel greco antico

DOI
https://doi.org/10.53262/caleido.2.2020.23-35
Pubblicato
2020-04-26

Abstract

È noto a tutti gli studenti del liceo classico che il sistema verbale del greco è complesso e difficile da memorizzare. Il fatto è che in questa lingua il verbo ha un ruolo preponderante, molto più che nel latino, proprio perché essa esprime di preferenza non tanto le cose, ma “gli atti da cui le cose sono promosse” (Meillet, 1928). Inoltre il greco ha mantenuto fino a tutta l’età classica il valore aspettuale del verbo, che si affianca a quello temporale. L’aspetto del verbo esprime: a) l’azione nella sua durata (tema del presente; b) l’azione compiuta (tema del perfetto); c) l’azione assoluta, ovvero in sé (tema dell’aoristo). Ci sono indizi che ci fanno ritenere che l’aspetto sia anteriore al tempo del verbo. Di qui si è ipotizzato che all'origine il verbo abbia espresso dell'azione solo l’aspetto, il tempo si è aggiunto molto più tardi. Questa affermazione appare strana, per non dire impossibile, ma non se accettassimo l’ipotesi che in un certo periodo le popolazioni che parlavano quella lingua (un greco antichissimo o, meglio, l’indeuropeo), avevano un'esperienza di vita che non aveva bisogno della temporalità “storica” (ovvero quella attuale) in cui siamo tanto radicati da non poter concepire di non poter collocare ogni evento in un punto della linea del tempo. Ho fornito alcuni modelli di uso linguistico che indicano solo l’aspetto del verbo e dell'azione che da esso viene espressa, cercando di dimostrare che questo uso fosse possibile, anzi naturale, in un'esperienza di vita diversa da quella storica, in un “tempo” scandito dal ritmo della natura, ciclico come l’alternarsi delle stagioni e il movimento degli astri.
L’adozione della temporalità storica (lineare e irreversibile) è avvenuta dopo, ma comunque molto prima dell’invenzione della scrittura, come dimostra il mito, tramandato oralmente, che è indubbiamente impensabile senza lo schema passatopresente-futuro. Quanto alle cause di questo cambiamento del modello temporale da ciclico a storico, esse possono essere complesse e probabilmente molteplici. Quella che ritengo più significativa è radicata nella crescente autonomia dell'individuo rispetto al gruppo di appartenenza (famiglia, tribù, popolo) che spinge alla ricerca di un senso all’esistenza individuale.
L’adozione di questo nuovo modello di temporalità fu un passo importante nel cammino di civilizzazione del genere umano e di ridefinizione del suo rapporto con la natura. Ciò ha avuto conseguenze, a volte paradossali, sul modo con cui l'uomo percepisce la natura e se stesso.