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Articoli

N. 4 (2022)

Ruolo, gruppo e Ideale dell’Io nello sviluppo adolescenziale

  • Nella Guidi
DOI
https://doi.org/10.53262/caleido.4.2022.1-31
Pubblicato
2022-12-12

Abstract

La proverbiale concessione di una moratoria all’adolescenza, intesa come il tempo che si concede all’adolescente per diventare un adulto, non è più proponibile nella società attuale per motivi socio-economici e antropologici: l’adolescenza tende a prolungarsi e infine si dissolve nel periodo adulto senza soluzione di continuità. L’Autrice, tuttavia, sottolinea come la psicoanalisi intenda l’adolescenza come un periodo di crisi evolutiva e di ristrutturazione intrapsichica della personalità. La complessità fenomenologica dei comportamenti dell’adolescente trova qui una giustificazione esplicativa lineare di ciò che si potrebbe definire: il compito di integrare processi evolutivi di fase intrapsichici e interazione sociale. In primo luogo l’intero processo si svolge in una condizione di gestione del conflitto intrapsichico: la maturazione degli apparati dell’autonomia primaria e secondaria, nell’ottica della Psicologia dell’Io, il conseguimento del primato genitale, lo sviluppo cognitivo che consente di programmare e progettarsi per il futuro, sono elementi che destabilizzano gli equilibri dell’Io immaturo infantile ancora immerso nella temuta castrazione edipica e nella fantasmatica distruzione di Sé e dell’Oggetto della fase pre-edipica. La ricerca di sicurezza e di pronta risposta da parte di un Super-Io rigido, cioè rassicurante ma anche punitivo, deve a poco a poco fare posto ad un Ideale dell’Io che contenga realistiche rappresentazioni del Sé e dell’Oggetto, fornisca e sostenga nuovi ideali, promuova l’autonomia, funzioni come regolatore dell’autostima. Ciò è alla base di una potenziale conflittualità tra il Super-Io in trasformazione e l’Io che vede rafforzarsi le proprie possibilità di controllo sull’angoscia e sugli affetti più penosi come vergogna, rabbia, colpa, trasformandoli in affetti-segnale. Non a caso tendono ad instaurarsi difese specifiche come l’intellettualismo e il misticismo. La socialità, intesa come il gruppo dei pari o la frequentazione di adulti non familiari, svolge un ruolo preminente nel fornire un nutrimento alle nuove strutture in formazione e nel facilitare un bilanciamento del conflitto: il gruppo infatti offre protezione e sicurezza ma anche confronto con gli altri, senso di appartenenza e la possibilità di assumere un ruolo ovvero dare espressione ai propri talenti, scaricare le energie libidiche e aggressive in maniera tollerabile, dare  supporto ed incremento a quell’autostima di cui l’Ideale dell’Io costituisce il catalizzatore. La finalità di questo compito adattativo è rappresentata dal conseguimento di una identità stabile e rafforzata. L’Io che persiste nella ricerca regressiva di rassicurazioni super-egoiche, chiude alle relazioni di gruppo, non accetta di assumere alcun ruolo specifico e si ritrae nella dipendenza piuttosto che affrontare le ansie connesse alle spinte autonome, determina invariabilmente un arresto nel processo evolutivo con possibilità di progredire verso forme di patologia comportamentale o di identità negativa. In questo senso si pone come essenziale il problema di una diagnosi differenziale che consenta, nei casi ove ciò sia possibile, di superare gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di una esperienza adolescenziale produttiva e gratificante.